Estorsioni, il coraggio del ristoratore che ha denunciato il clan Di Silvio

04/12/2016 di

disilvio-pugliese-riccardo-collageLa denuncia e il coraggio di un imprenditore. La volontà di opporsi alle minacce è la chiave che ha consentito alla polizia di arrestare gli esponenti del clan Di Silvio: Ferdinando Di Silvio, detto Pupetto di 27 anni; Samuele Di Silvio, 26 anni; Renato Pugliese, 29 anni e Agostino Riccardo di 33 anni.

Tutto inizia dalla denuncia di un ristoratore nei confronti della proprietaria del locale preso in affitto a Sermoneta. Dopo aver pattuito un affitto da 1.800 euro al mese, si concorda uno sconto di 300 euro in cambio di lavori di manutenzione straordinaria per oltre 3 mila euro. A un certo punto però la donna inizia a minacciarlo, insultandolo anche via Facebook, con tanto di minacce di morte.

L’imprenditore viene poi contattato da Agostino Riccardo che gli chiede di incontrarlo alla Chiesuola dove Riccardo si presenta con Renato Pugliese, Pupetto Di Silvio e Samuele Di Silvio.  “Guarda che io sono quello che ha sparato a Zof” dice uno dei due. Si presentano come “grandi amici del marito della proprietaria del locale” e dicono che deve dare i soldi alla moglie.

Poi a richiesta di un “regalino” ai due ragazzi che si sono scomodati: 15.000 euro e la questione è risolta. Si tratta scendendo a 5.000 euro in due rate. L’imprenditore dopo qualche settimana capisce che non salderà mai quel “debito”, che in realtà è una estorsione, e così denuncia tutto. Una scelta azzeccata perché la polizia raccoglie rapidamente gli elementi che confermano le accuse e si arriva all’ordinanza di arresto.

    • Esatto. Altro che eroi giornalisti che scrivono al condizionale e vivono con i soldi della editoria pubblica….

  1. Ecco, ora mi raccomando lasciate qualche parassita di questa famiglia in libertà… ma se lo fate e il ristoratore muore, sarebbero da condannare per OMICIDIO i giudici che hanno rilasciato questi PARASSITI della società civile!