Il questore De Matteis: Non è finita qui, i giornalisti sono i veri eroi in questa città

30/11/2016 di

dematteis-coletta-faloni-cioffredi-mafienellazioNon è finita qui. Dopo le clamorose scarcerazioni legate all’inchiesta Olimpia il Questore di Latina, Giuseppe De Matteis, lancia un messaggio chiaro: Ci sono ancora tante carte da studiare e approfondire, documenti che potrebbero portare a nuovi sviluppi.

D’altronde è noto che, oltre Olimpia, ci sono almeno altre due indagini aperte. Una è “Starter“, indagine del pm Luigia Spinelli affidata alla Finanza, che vede indagati i vertici del Latina Calcio e altre persone con interessi e ruoli da chiarire.

Durante la presentazione del rapporto sulle Mafie nel Lazio, De Matteis ha spiegato con una punta di ironia: «Confesso davanti a tutti che non sono un mago: quando sono arrivato a Latina e ho rilasciato alcune dichiarazioni erano già state attivate delle intercettazioni telefoniche relative a Don’t Touch». Insomma, quando De Matteis ha parlato dei cambi di destinazione d’uso, dell’urbanistica e degli interessi economici locali che si nascondono dietro alle attività criminali, sapeva bene di cosa parlava anche se non poteva ovviamente essere più esplicito.

«La provincia di Latina – ha aggiunto De Matteis – offre in pochi chilometri tutto quello che può trovare un cacciatore di mafiosi. A Latina capoluogo ci sono i Di Silvio, e occorre sottolineare che non sono come i Casamonica. I Di Silvio sono i Casamonica. Bisogna essere addestrati per capire la reale dimensione del fenomeno».

questore-de-matteis-latina-24ore

Poi un riferimento inedito, il primo riconoscimento pubblico che i giornalisti ricevono negli ultimi anni: «In questa provincia ci sono delle eroine e degli eroi di cui nessuno parla, ma sono i primi che hanno denunciato questi fenomeni rischiando la loro incolumità. Sono quelli che in silenzio fanno le proprie battaglie, sono quelli che rischiano anche conseguenze legali. Queste eroine e questi eroi sono i giornalisti della provincia. Molto spesso mi rendo conto che la loro è un’opera di denuncia che andrebbe valorizzata un po’ meglio rispetto a quello che si fa. Le mafie hanno capito che per azzittire la stampa basta una querela, e una querela in questi tempi di crisi per l’industria giornalistica vuol dire rendere muto chi può denunciare».

Si chiamano “querele temerarie” e vengono usate regolarmente per colpire i cronisti che scavano troppo negli affari criminali e negli interessi economici di alcuni personaggi. De Matteis, come sempre, va dritto al punto: «Secondo me i costi per difendere i giornalisti da queste querele dovrebbero essere sostenuti dallo Stato».

Ora si va avanti nelle indagini. Il pm Giuseppe Miliano ha già lasciato intendere che non ha nessuna intenzione di archiviare l’inchiesta Olimpia, le scarcerazioni non sono certo assoluzioni.  Va avanti anche “Starter” e chissà quale altra indagine ancora segreta.

  1. Egregio Signor questore

    ho una domanda. Quanti di questi giornalisti “eroi” hanno preso carta e penna e fatto una denuncia in un posto di polizia giudiziaria? Qui mi s ache l’unico che si è mosso è stato il senatore Vacciano…per il resto è stata tutta omertà.

  2. Egregio signor Banjo, lei sa che un articolo di giornale può essere una “notizia di reato” dal valore legale. Da ciò che scrive temo di no.
    Magari oggi ha imparato una cosa nuova, saluti.

    • Lo so bene cosa è una notizia di reato. Grazie della spiegazione. Volevo solo dare risalto a questa definizione di “eroi” che per me, nel caso dei giornalisti di Latina, è eccessiva vista la connivenza di molta parte della stampa locale. Salvo alcuni casi particolari come quello di Bongiorno del Messaggero.
      Rispetto ad articoli di stampa scritti con il tempo condizionale (avrebbe, sarebbe…..) apprezzo di più Vacciano che si è mosso per davvero con un atto formale.