Omicidio Franchini, Morlando ricusa i giudici

02/11/2010 di
giovanni_morlando

Nuova udienza del processo a carico di Giovanni Morlando per l’omicidio di Igor Franchini. L’avvocato Pasquale Cardillo Cupo ha chiesto la ricusazione della Corte d’Assise dopo aver scoperto che erano stati mandati gli atti in Procura per alcuni testimoni ascoltati durante una delle precedenti udienze, con l’ipotesi di falsa testimonianza. “Quell’invio in Procura- ha detto il legale- è la prova del convincimeto della Corte, entrata nel merito per aver trasmesso gli atti, inoltre il 25 ottobre erano state depositate ulteriori indagini del sostituto, senza il contraddittorio, praticamente al di fuori del processo”.

La Corte d’Assise, presieduta da Prierfrancesco De Angelis con a latere il magistrato Costantino De Robbio, dopo la camera di consiglio ha spiegato nell’atto che la trasmissione dele testimonianze rese era stata richiesta da pubblico ministero Falcione e quindi l’accezione era rigettata mentre restituiva alla sostituta Olimpia Monaco le indagini del 25 ottobre. Poi la ricusazione di Morlando nei confronti della Corte.

Successivamente ha parlato il consulente medico che ha spiegato di come il taglio riportato alla mano dal Morlando- e ritenuto dall’accusa una prova essenziale del ferimento con la lama di un coltelo usato per uccidere il Franchini- altro non era che una ferita lacero contusa provocata dalla caduta dal motorino e la rottura del parabrezza. Una tesi contestata dall’accusa che invece ha sempre ritenuto compatibile la lesione, con recisione del tendine, con la lama di un coltello. Il consulente della difesa si è anche aiutato con uno strumento che riproduceva una mano finta.

COS’E’ LA RICUSAZIONE – La ricusazione è un istituto del diritto processuale, sia civile che penale. Trattasi di una dichiarazione mediante la quale una parte chiede la sostituzione di un giudice in un determinato processo per una situazione prevista dalla legge. La ricusazione è una facoltà (mentre l’astensione è un obbligo) concessa alla parte quando il giudice non appaia credibile nell’esercizio della sua funzione giurisdizionale poiché è minacciata la garanzia di imparzialità e terzietà del giudizio.