Centrale nucleare, inquinamento e sostanze sospette: ora servono nuove analisi

04/03/2016 di
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centrale-nucleare-latina-sabotinoIl divieto di usare l’acqua dei pozzi nella zona della centrale nucleare non poteva che destare preoccupazione a Latina. Un divieto precauzionale, si affannano a ripetere dal Comune per tentare di limitare l’apprensione dei cittadini. Che però resta. E anzi cresce, giorno dopo giorno.

La domanda è semplice ma senza risposta: Cosa ha inquinato la falda acquifera sotto alla centrale nucleare? Da quasi due anni le analisi effettuate dalla Sogin sono al vaglio delle istituzioni: Arpa, Comune, Provincia. Il problema emerso finora è l’eccessiva presenza di cloruro di vinile, un composto cancerogeno utilizzato per la produzione di PVC. Da qui la decisione di vietare l’uso dell’acqua dei pozzi (non di quella che esce dal rubinetto) anche per l’irrigazione dei campi.

Ma il problema è stato solo individuato, non risolto. E il cloruro di vinile potrebbe non essere l’unica sostanza pericolosa presente. La centrale non è lontana dalla discarica di Borgo Montello ed è vicinissima al bacino del canale Moscarello. Occorre capire da dove proviene l’inquinamento, quanto si estende e quali conseguenze può avere per la saluta degli abitanti.

Che la falda sotto alla centrale sia inquinata non è una novità. Lo dicono i dati Arpa del 2013 che evidenziano la presenza di alcuni metalli in quantità considerevole. Piombo, ferro, arsenico ma anche idrocarburi, benzene e cloroformio. L’unica certezza è che occorre proseguire con le analisi per capire cosa sta accadendo e quali rischi si possono correre, senza allarmismi ma neanche sottovalutando il problema.

TUTTO E’ INIZIATO NEL 2014. Nell’autunno 2014 Sogin ha avviato un programma di monitoraggio ambientale convenzionale in vista delle prossime attività di decommissioning della centrale di Latina. In tale ambito Sogin – si legge in una nota della società – ha effettuato la campagna di caratterizzazione del territorio prevista dal programma di azioni. Le analisi effettuate hanno evidenziato nell’acqua di falda superficiale, su tre campioni, valori anomali della concentrazione di cloruro di vinile. Il 18, 19 e 20 dicembre 2013, per avere conferma della verifica del dato, Sogin ha approfondito l’indagine ricercando i seguenti analiti: cloruro di vinile, etilene e percloroetilene, composti appartenenti alla medesima catena di degradazione di materie plastiche di uso comune. I campioni prelevati sono stati inviati a due diversi laboratori, entrambi certificati ed accreditati. Il primo non ha registrato la presenza di alcun analita, mentre il secondo ha riscontrato il superamento delle soglie di contaminazione del cloruro di vinile in 9 campioni su 10.

Il 17 gennaio 2014 Sogin, appena ricevuti i certificati di laboratorio, ha attivato le procedure standard previste dalle normative vigenti e ha subito notificato quanto riscontrato agli Enti preposti: Comune di Latina, Asl di Latina, Provincia, Regione. Immediatamente dopo, in base alla normativa ambientale, Sogin ha proceduto a redigere il piano di caratterizzazione su quanto riscontrato e ad avviare un’ulteriore campagna di monitoraggio estesa a 20 piezometri, riscontrando solo in alcuni di questi valori anomali. Questa seconda campagna ha mostrato, lungo il perimetro dell’impianto a valle dello stesso, l’assenza di valori anomali. Il 16 febbraio Sogin ha, quindi, inviato il piano di caratterizzazione alla Conferenza dei Servizi. Il 26 marzo si è riunita la Conferenza, alla quale hanno partecipato, oltre Sogin, Provincia di Latina, Comune di Latina, ARPA Lazio, ASL di Latina. La Conferenza dei Servizi ha deciso di estendere l’indagine al territorio circostante, anche a monte della centrale, dato che gli inquinanti rilevati in falda non sono riconducibili direttamente al ciclo produttivo dell’impianto.

I composti alifatici clorurati vengono, infatti, impiegati per la pulitura a secco, come solventi per l’estrazione di particolari elementi chimici, nei processi di lavorazione della plastica, della gomma, della carta, di vernici, di adesivi e sono anche un prodotto della degradazione di tali materiali. In particolare, il cloruro di vinile è anche uno degli intermedi di sintesi più importanti per la produzione di plastica PVC; il tricloroetilene è utilizzato come smacchiatore, principalmente di parti metalliche nell’industria delle automobili e metallurgica; il tetracloroetilene è utilizzato come intermedio di sintesi e come solvente nei lavaggi a secco.