Usura, 3 arresti a Sezze. Un operaio costretto a pagare 26.000 euro per la cameretta del figlio

22/01/2016 di
interessi-zero

Usura ed estorsioni a Sezze dove sono state arrestate 3 persone a termine dell’indagine “Interessi Zero”, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Latina, che ha portato al sequestro preventivo di un patrimonio bancario di oltre un milione di euro.

interessi-zeroLe indagini, iniziate nel settembre 2015 e concluse a dicembre, hanno messo sotto accusa un’associazione per delinquere finalizzata all’usura, all’estorsione e all’illecita attività di intermediazione finanziaria. Gli arresti sono stati firmati dal giudice Laura Matilde Campoli su richiesta del sostituto procuratore Luigia Spinelli.  L’ordinanza è stata emessa per il notevole rischio di reiterazione dei reati.

I NOMI. Gli arrestati sono Pietro Morosillo, detto Puppo, pluripregiudicato di 69 anni (in carcere), Sestina Iannarelli 60 anni, moglie di Morosillo, e Giuseppe Liburdi, detto Uppino, pluripregiudicato di 47 anni, entrambi ai domiciliari. L’associazione era strutturata pressappoco in questa maniera: Morosillo, l’elargitore, aveva il compito di contattare le vittime, occupandosi anche di stabilire il tasso d’interesse per i prestiti e di consegnare il denaro. Ad impegnarsi nella riscossione e nel sollecito del pagamento degli interessi era invece la donna del gruppo, mentre le attività estorsive, sia telefoniche che tramite intervento diretto, spettavano a Liburdi.

CAMERETTA DA 26.000 EURO. Secondo la ricostruzione, una delle vittime, un operaio della zona, si era rivolta a Morosillo su suggerimento di un parente. L’intento era quello di chiedere 2.400 euro di prestito per comprare la cameretta del figlio. Tuttavia, per il prestito era stato pattuito un tasso di interesse corrispondente al 20% mensile sulla quota capitale, in un piano di rientro così gravoso da far crescere a dismisura il debito iniziale, portandolo a lievitare a 26.000 euro in 42 mesi. Grazie alla denuncia dell’operaio i carabinieri del Norm hanno così iniziato una serie di accertamenti tramite attività di riscontro presso vari istituti di credito e intercettazioni telefoniche, arrivando alla banda di usurai.

BENEFATTORE. Morosillo si presentava quasi come un “benefattore” in paese, agganciando persone in difficoltà economica. I contatti con il capo gruppo avvenivano quasi sempre telefonicamente, per poi dar seguito ad incontri, in genere presso alcuni bar nella zona di Sezze Scalo, in cui veniva pattuito lo scambio economico. Come nel caso della cameretta, ai prestiti venivano applicati sempre tassi elevatissimi, in una sorta di vortice che solo raramente consentiva alle vittime di saldare il debito, spingendole a chiedere ulteriori prestiti con interessi sempre più elevati. Alla gravosa richiesta di denaro, si aggiungevano intimidazioni di ogni sorta, che divenivano sempre più pesanti, passando dalle minacce di violenza fisica a quelle di morte. Fortunatamente, grazie alla prontezza delle indagini, nessuna di queste minacce alle vittime è stata effettivamente attuata.

LE VITTIME. Accanto alla figura dell’operaio, sono state individuate diverse vittime dell’organizzazione criminale. Nello specifico, è emerso come 6 persone, 2 residenti a Latina e le restanti 4 nella zona di Sezze e dintorni, siano state gravemente coinvolte nel giro, in un clima di terrore tale da spingere le stesse a negare ogni tipo di rapporto e da far rappresentare Morosillo come un amico che le aveva aiutate in momenti di difficoltà. Tra le persone colpite, il caso più eclatante è quello di un dipendente pubblico costretto dapprima a cedere la propria casa a Morosillo e poi ad abitarvi sotto pagamento di una sorta di canone di affitto, pur di poter saldare l’immenso debito maturato. Oltre ai casi più gravi, nel corso degli ascolti, sono state individuate altre persone – circa 20 – in vario modo rapportate all’organizzazione, cui si aggiunge un numero “oscuro” di soggetti in casi meno critici e in grado di pagare regolarmente.

SEQUESTRO PREVENTIVO D’URGENZA. A seguito delle indagini e degli arresti, è stato disposto dal sostituto procuratore Luigia Spinelli un sequestro preventivo di urgenza di un valore complessivo di € 1.200.000 per bloccare dei beni finanziari nei conti correnti  degli arrestati e di alcuni parenti.

Hanno partecipato all’operazione 30 Carabinieri dell’Arma di Latina, Aprilia e Terracina, oltre alle unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Santa Maria Galeria.