Dossier immigrazione, a Latina 45.749 stranieri: tutti i numeri

29/10/2015 di
immigrati-latina-76536452

immigrati-latina-gf63fs654Con oltre 520 mila stranieri residenti a fine 2014, la provincia di Roma è al primo posto tra le province italiane, con il 10,4% del totale nazionale. In dieci anni il numero è più che raddoppiato. È quanto emerge dal Dossier Statistico Immigrazione di Idos, presentato oggi a Roma. La distribuzione degli immigrati nel Lazio è fortemente squilibrata. In provincia di Roma vive oltre l’80% dei 636.524 stranieri che risiedono in regione; solo la Capitale, con 363mila immigrati iscritti in anagrafe, ne raccoglie più della metà (57,1%).

Più contenute le presenze nelle altre province: Latina (45.749), Viterbo (30.028); Frosinone (23.754), Rieti (13.036). Tra gli stranieri residenti nella provincia di Roma, le donne sono la maggioranza (52,4%) e i minori, in continuo aumento, sono circa il 20%. Nel corso del 2014, i nuovi nati da genitori stranieri sono stati 6.205 (il 16,5% del totale delle nascite avvenute in provincia). Il tasso di natalità è superiore di 3,3 punti rispetto alla media provinciale, e il tasso di mortalità sensibilmente basso: gli immigrati continuano a contribuire in misura sostanziale alla crescita demografica del territorio. Nelle scuole della provincia di Roma 1 studente su 10 ha origini straniere e il loro numero (più di 61mila) è risultato in crescita anche nell’ultimo anno (+1,2%).

Tra gli alunni stranieri, più della metà è nata in Italia. Nel 2014, le acquisizioni di cittadinanza sono state 7.235, in aumento di circa il 30% rispetto all’anno precedente. Aumentano soprattutto i residenti comunitari dai nuovi Stati membri dell’Est, seguiti dagli africani; diminuisce invece il numero degli asiatici e degli americani, tenuto anche conto che molti sono diventati cittadini italiani.

Dopo l’Europa, l’Asia è comunque il continente più rappresentato. La provincia di Roma è al primo posto in Italia per numero assoluto di permessi rilasciati per asilo/protezione umanitaria (16.219). Rispetto al 2013 il loro numero è aumentato di più del 50%. Nonostante la crisi economica, in provincia i lavoratori nati all’estero hanno raggiunto una quota del 14,6% tra gli occupati e anche le imprese condotte da cittadini nati all’estero (57.050) sono il 12,1% del totale, in crescita dell’11,9% nell’ultimo anno.

Gli effetti della crisi emergono, tuttavia, dall’ulteriore calo delle rimesse (-7,7%) che si è dimostrato più intenso che nel resto del paese (-3,8%). Con 891.185 milioni di euro inviati (il 16,7% del totale) la provincia di Roma rimane comunque al primo posto.

Nel 2014, rileva ancora il Dossier, gli iscritti dall’estero (26.994 in provincia di Roma, 2.978 a Latina, 1.290 a Frosinone, 1.143 a Viterbo e 649 a Rieti, per un totale di 33.054 iscrizioni in tutta la regione) sono stati superiori ai 7.702 nuovi nati stranieri (6.205 a Roma, 678 a Latina, 362 a Viterbo, 327 a Frosinone, 130 a Rieti). L’incidenza sul totale delle nascite registrate in regione nel 2014 (50.360) è stata del 15,3%: nella provincia di Roma si arriva al 16,5%, seguita da Viterbo, con una incidenza del 14,6%, Latina con il 13,2%, Rieti con l’11,6% e Frosinone 8,3%. La regione, e specificatamente l’area della capitale con il suo circondario, si accreditano quindi per il continuo aumento del gruppo delle seconde generazioni. Tale affermazione, del resto, trova riscontro anche dai dati sulle scuole laziali, dove la percentuale dei nati in Italia tra i 77.605 studenti di cittadinanza straniera iscritti nell’a.s. 2014/2015 ha raggiunto il 49,5%. Nel corso del 2014, 8.777 cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana (di questi 7.235 nella sola provincia di Roma), mentre nelle altre province i numeri restano, per ovvie ragioni, più contenuti (632 Viterbo, 388 Frosinone, 348 Latina, 174 Rieti).

Tra le collettività più numerose, i romeni residenti in regione costituiscono circa il 20% di tutti i connazionali presenti in Italia, così come i polacchi (22,4%); ancora più alta la concentrazione di filippini (il 26,6% del totale nazionale) e bangladesi (27,2%). Nel Lazio i nati all’estero registrati dall’Inail come occupati (con almeno una giornata lavorativa nel corso dell’anno) nel 2014 sono stati 334.714, di cui l’82,4% in provincia di Roma, seguita da quelle di Latina (30.003), Frosinone (12.245), Viterbo (12.097) e Rieti (4.637). La loro incidenza rispetto al totale degli occupati in regione è del 14,6% (lo stesso valore si registra nella provincia di Roma) a fronte di una media nazionale del 16,8%; nelle due province più «agricole» della regione, tuttavia, l’incidenza aumenta (a Latina è del 18,6%, mentre a Viterbo è del 15,6%), mentre in quella di Frosinone si mantiene su percentuali più basse (9,7%). Circa un terzo dei lavoratori nati all’estero è originario della Romania (106.008), ma tra i gruppi più numerosi troviamo anche i filippini (17.063), i bangladesi (14.664), gli indiani (14.662, più della metà nella provincia di Latina), gli albanesi (13.261), i polacchi (11.061), i cinesi (9.574), gli ucraini (9.351) e gli egiziani (9.020).

Tra i lavoratori immigrati, la quota di donne occupate arriva al 41,8% (in Italia supera il 46%): l’unico valore a porsi al di sopra della media regionale è quello registrato nella provincia di Roma (43,4%), mentre in tutte le altre province le percentuali restano inferiori (30,5% in quella di Latina, 36,9% a Frosinone, 39,8% a Rieti e 37,9% a Viterbo). Il 69,1% di questi lavoratori è impiegato nei servizi (percentuale di oltre 10 punti superiore al valore medio nazionale), il 19,3% nell’industria e il 6,4% in agricoltura (per il restante 5,3% il settore non risulta attribuito). Se si osservano i dati provinciali, tuttavia, le percentuali variano notevolmente. Così, mentre in provincia di Roma ad essere occupato nei servizi è il 74,6%, nelle restanti province lo stesso valore risulta compreso tra il 50,6% di Frosinone e il 40,8% di Latina. Allo stesso modo, nelle province di Latina e Viterbo, sono rispettivamente il 35,2% e il 25,7% quelli inseriti nel settore agricolo rispetto, ad esempio, al 2,3% della provincia di Roma; nella provincia di Frosinone, invece, sale fino al 38,2% la percentuale di quelli che tra i lavoratori immigrati operano nel settore industriale. Coerentemente con quanto si registra a livello nazionale, nel Lazio tre lavoratori immigrati su quattro sono inseriti in micro imprese che hanno da 1 a 9 addetti, mentre solo il 9,5% lavora in grandi industrie con più di 250 dipendenti.

Gli immigrati che durante il 2014 hanno conosciuto almeno un’assunzione sono stati 137.736 (il 22,5% di tutti i rapporti di lavoro attivati in regione, con un’incidenza massima del 30,8% in provincia di Latina), e in 21.758 casi si è trattato di nuovi assunti, cioè di persone che per la prima volta hanno avuto accesso al mondo del lavoro (l’incidenza in questo caso è del 26,6% rispetto al totale dei nuovi assunti in regione). Nonostante ciò, l’elevato numero di cessazioni dal lavoro ha mantenuto i saldi occupazionali negativi anche nel 2014 (-8.354). Per il terzo anno consecutivo, quindi, il mercato espelle più lavoro immigrato di quanto riesca ad assorbirne. Il settore in cui si registra il saldo negativo più consistente (in termini assoluti) è quello dei servizi (-5.544), seguito dall’industria (-4.411): comunque, se si considera il numero totale di immigrati occupati per settore (nei servizi sono 3,5 volte più numerosi rispetto al secondario) è nell’industria che, in termini relativi, la contrazione si fa più incisiva. In agricoltura, invece, il saldo occupazionale risulta, seppur di poco, positivo (28 unità di lavoro in più rispetto all’anno precedente).