Ordinanza del giudice: Asl deve acquistare il farmaco salvavita alla donna malata di tumore

14/08/2015 di
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Con ordinanza del 14 agosto 2015 (vedi sopra), il Giudice Sara Foderaro del Tribunale di Latina ha condannato definitivamente l’Asl di Latina ad erogare in favore di una donna del capoluogo pontino ad erogare il farmaco salvavita Stivarga.

La donna, ammalata di più tumori e metastasi, si era rivolta al tribunale pontino dopo una rocambolesca vicenda amministrativa di lunghi mesi in cui ha chiesto e mai ottenuto gratuitamente dall’Asl di Latina il farmaco che ha un costo proibitivo di 9.680 euro a scatola per la durata di una terapia di soli 20 giorni a fronte di un ciclo completo di almeno 6 mesi per decine di migliaia di euro.

Lo Stivarga, prodotto dalla Bayer, è infatti un farmaco in fascia cd. “C” e quindi a carico completo del paziente.
Prima dell’Ordinanza di oggi, la donna aveva presentato tramite l’avvocato Renato Mattarelli un ricorso d’urgenza al Tribunale che era stato immediatamente accolto con Decreto del 2 luglio 2015 che condannava l’Asl di Latina alla immediata erogazione del farmaco.
Ciononostante all’udienza dell’11 agosto 2015 per la conferma o la revoca del provvedimento anticipatorio di condanna, l’Asl di Latina non si è presentata in udienza, restando contumace.
Ma quello che davvero sorprende è che nonostante la condanna già del 2 luglio scorso all’erogazione del farmaco salvavita l’Asl di Latina ha convocato la paziente tumorale solo il 15 luglio quando oramai il Policlinico Gemelli di Roma, venuto a conoscenza della vicenda (e superate le pastoie della burocrazia invece eccepite dall’Asl pontina) ha iniziato dal 7 luglio ad erogare gratuitamente lo Stivarga alla donna.

Ora dopo questo primo ciclo terapeutico offerto dal Gemelli e dopo la condanna definitiva dell’Asl di oggi, sarà la paziente a decidere se pretendere il farmaco dalla sanità pontina o se invece continuare con chi si è offerto gratuitamente di salvarle la vita. Il giudice ha accolto le richieste dell’avvocato Mattarelli che ha sottolineato come a fronte del diritto alla salute, costituzionalmente riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione, non sia tollerabile che chi ha i mezzi per potersi curare può curarsi e sperare di sopravvivere e chi invece (come nel caso della donna di Latina) dovrebbe rinunciare alle cure solo perché costose come lo Stivarga che arriva a quasi 10mila euro a scatola.

Diversamente – spiega il legale – sarebbe violato l’altro principio costituzionale indicato nell’art. 3 della Costituzione secondo cui “tutti sono uguali…senza distinzione…di condizione economica e sociale…”. Di questo il Tribunale ha tenuto conto sanzionando, anche con la condanna alle spese legali, l’Asl di Latina che indipendentemente dalla nomenclatura normativa che stabilisce la fascia C per il farmaco avrebbe dovuto, e non lo ha fatto  erogare comunque lo Stivarga alla donna.

  1. La burocrazia uccide più delle malattie ma il buon senso dovrebbe prevalere, come ha prevalso al Gemelli. Si spera che a Latina tengano conto del buon esempio e che non ci si accanisca ancora contro chi ha la necessità di salvare la propria vita.

  2. il vero scandalo è che i prezzi di alcuni farmaci siano tenuti artificiosamente alti dalle case farmaceutiche stesse. 10mila euro a scatola, per caso le pasticche sono di oro massiccio?