Latina, alla Janssen un nuovo sistema per la produzione di 1 miliardo di compresse all’anno

27/07/2015 di
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Undici milioni di investimenti sul sito produttivo di Latina di Janssen, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, che negli ultimi anni sta vivendo una costante evoluzione. Lo stabilimento, scelto per la produzione a livello mondiale del nuovo farmaco per il trattamento dell’Epatite C simeprevir, è stato recentemente oggetto di un investimento di 11 milioni di euro che hanno consentito l’ampliamento della produzione.

Grande attenzione è stata riservata alla sostenibilità nei confronti dell’ambiente e del territorio, attraverso l’introduzione di una linea di produzione di solidi di granulazione “in continuo” per la produzione dei farmaci. La nuova linea sarà dedicata inizialmente alla produzione di un antidolorifico postoperatorio (tramadolo più paracetamolo) per il mercato internazionale e successivamente avrà un utilizzo sempre più ampio e diversificato.

L’innovativo sistema, che a pieno regime garantirà circa 1 miliardo di compresse l’anno, è considerato tra i più avanzati  processi produttivi mai utilizzati in ambito farmaceutico. L’impianto è sviluppato da GEA Pharma Systems, partner di Janssen nel progetto, ed è candidato a ricevere l’approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco e delle Autorità giapponesi. Un processo di produzione che va dall’alimentazione delle polveri farmaceutiche alla compressa finale.

“È la prima volta che in campo farmaceutico viene installata una linea di questo tipo, caratterizzata da elementi innovativi importanti: produzione in spazi contenuti, riduzione del consumo di energia elettrica, possibilità di controllare in tempo reale i parametri chimici e fisici del processo di sviluppo. I consumi che si dovrebbero ridurre del 30% catalogando il sito di Latina come green in termini di salvaguardia ambientale – ha affermato Luca Russo, Direttore del sito Janssen di Latina – Lo stabilimento Janssen di Latina sarà il primo al mondo.Tutti questi aspetti consentiranno d’incrementare i flussi produttivi, riducendo i tempi di produzione e aumentando la qualità del prodotto. Nel nuovo sistema, infatti, sono previste speciali Tecnologie di Analisi del Processo PAT (Process Analytical Technologies) studiate per il monitoraggio e il controllo di qualità durante la lavorazione”. “Per la sua implementazione sono stati coinvolti  professionisti di alto spessore, quali chimici, ingegneri e processisti farmaceutici – spiega Pietro Santoro, Direttore Risorse Umane Janssen Italia- Inoltre, ci siamo avvalsi del prezioso supporto di atenei quali l’Università di Torvergata (Roma), la Rutgers University (Philadelfia) e la Geent University (Belgio), che hanno svolto le necessarie valutazioni sull’impatto dei consumi energetici.”

Il polo di Latina è già stato oggetto, negli ultimi cinque anni, di investimenti pari a 100 milioni di euro. Investimenti che hanno portato a un ampliamento strutturale di 3.000 metri quadri e ad un aumento della capacità produttiva da 1,8 miliardi di compresse l’anno nel 2010 a 4 miliardi nel 2015. Il piano prevede altri 80 milioni di euro nei prossimi sei anni, che porteranno la cifra totale a 180 milioni di euro in dieci anni, dal 2010 al 2021.

Il distretto farmaceutico si aggiudica il 77 % dell’export manifatturiero totale di Latina, facendola rientrare tra le province italiane con un export di prodotti farmaceutici superiore al miliardo di euro. In particolare, nel 2014, le esportazioni hanno portato al comparto farmaceutico della città laziale oltre 4 miliardi di euro, registrando una crescita (2010 – 2014, dati ISTAT) pari a 2,222 milioni di euro (dati Farmindustria).