Quel Di Giorgi che non avete mai visto, pungente e diretto. Più che un discorso è stata una liberazione

05/06/2015 di
giovanni-di-giorgi-latina24ore-foto-mennella

di-giorgi-1L’ultimo discorso di Di Giorgi in consiglio comunale, a pochi minuti dalla sua caduta, merita una riflessione che va oltre il banale scambio di accuse tra gruppi ormai opposti.

Per la prima volta abbiamo visto un Di Giorgi davvero pungente, diretto, senza peli sulla lingua. Un carattere mai visto prima che ha stupito anche chi lo conosce molto bene.

Il suo discorso è stato un macigno dal punto di vista politico e una liberazione dal punto di vista umano. Di Giorgi ha “vomitato” tutto ciò che aveva dentro da mesi, forse da più di un anno. Un magone che è sembrato una sintesi di delusione, rabbia ma anche paura. Accusare gli ex alleati di averlo fatto cadere sull’urbanistica può essere vero, ma Di Giorgi sa bene che nella gestione urbanistica lui c’è dentro in pieno. Accusare gli altri non significa autoassolversi, ma lui lo fa ugualmente e anzi rilancia dicendo che dall’inchiesta lui uscirà pulito, gli altri chissà…

La mente va subito alla variante Malvaso, uno dei nodi più rischiosi sul quale il sindaco è inciampato. Che sia stato un abuso oppure no lo stabiliranno i giudici. La gente però ha già stabilito che l’operazione è stata inopportuna. E a votare ci vanno i cittadini.

Di Giorgi parla di un’asse Fazzone-Moscardelli che al momento non esiste. C’è stato un voto congiunto Pd-FI che ha fatto cadere Di Giorgi, punto. Il resto è fantapolitica. Ma guai a escludere ogni possibilità, la politica ci ha abituato ad alleanze di ogni genere, nate e morte solo per salvare situazioni specifiche e persone in bilico. Un’allenaza Pd-FI potrebbe avvenire, ma adesso non esiste. La vera ragione per cui Di Giorgi è caduto sta nella rottura interna alla sua alleanza, il voto Pd-FI è stato solo uno strumento per ottenere il risultato della sfiducia.

Ora si avvierà una fase di accuse reciproche che servirà a sondare il terreno delle alleanze. La “pace armata” del commissario consentirà a tutti di preparare la propria campagna elettorale senza avere responsabilità dirette su nulla, una condizione che va bene a tutti.

Impossibile prevedere i candidati che si confronteranno, probabilmente saranno scelti con le primarie per entrambi gli schieramenti. Le rotture interne sono talmente profonde da rendere impossibile la convergenza su singoli nomi.