Calcioscommesse, indagato anche Domenico Capitani

19/05/2015 di
domenico-capitani

domenico-capitaniC’è anche l’imprenditore di Cisterna Domenico Capitani tra gli indagati per le partite truccate. Capitani è indagato in qualità di presidente della squadra sarda della Torres. L’indagine, denominata “Dirty Soccer”, prende il via dalla Calabria, dalla procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal procuratore Antonino Lombardi.

LE ACCUSE. Presidenti, allenatori, manager, calciatori, imprenditori italiani ed esteri ed anche “magazzinieri” delle società calcistiche della serie D e della Lega pro (ex serie c) ma anche di serie B sono al centro dell’ultimo scandalo delle partite truccate dei nostri campionati che stamattina sono finiti in galera con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose, la ndrangheta in particolare.  L’operazione contro due organizzazioni dedite al calcio scommesse “dimostra che l’attività delinquenziale legata al settore è sempre attiva e fiorente non solo in Italia”. Lo ha detto il questore di Catanzaro Giuseppe Racca. “Abbiamo scoperto una stabile organizzazione criminale – ha aggiunto – che grazie a calciatori, dirigenti e tesserati e non, ha messo in atto condotte finalizzate ad alterare i risultati di varie partite. Il problema è tutt’altro che risolto”.

Sono quasi 50 “insospettabili”, da Trento ad Agrigento, che decidevano chi perdeva e chi vinceva nelle partite seguite da migliaia di ignari tifosi che andavano allo stadio pensando di assistere ad un incontro onesto tra la squadra del loro cuore e quella degli avversari. Ma non era così. Era tutto truccato per consentire agli stessi calciatori, presidenti, allenatori e scommettitori di guadagnare milioni e milioni di euro corrompendo tutti. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal Procuratore Antonino Lombardi e dagli uomini dello Sco (Servizio Centrale Operativo della Polizia ) coordinati da Renato Cortese, che hanno individuato ed in parte arrestato  i protagonisti di questa squallida vicenda. In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 “finanziatori” (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi).  “L’operazione ci dà grande soddisfazione per il brillante risultato conseguito nel contrasto a clan della ‘ndrangheta che conferma come la ramificazione della criminalita’ organizzata abbia raggiunto livelli esorbitanti non solo nei settori criminali, ma anche nel mondo dello sport. Dall’altra parte non si può nascondere l’amarezza per intere generazioni di tifosi e appassionati nel leggere come alcuni protagonisti del calcio abbiano mortificato le speranze proprie di chi crede nei valori dello sport”. Lo ha detto il direttore del Servizio centrale operativo, Renato Cortese, nel commentare i dettagli dell’operazione “Dirty Soccer”.

“Esiste un sottobosco di sportivi  – ha continuato Ruperti – che si vendono anche per 5mila euro. Agli indagati viene contestata non solo la frode sportiva, sanzionata dall’ottobre 2014 con una pena fino a nove anni, ma anche la truffa a danno degli scommettitori onesti, di chi ha acquistato il biglietto delle partite allo stadio, della squadra avversaria e di tutti i bambini che sognano di emulare i gesti dei loro idoli. I soggetti coinvolti si conoscono tutti tra di loro e la combine si estende anche ad altri campionati, coinvolgendo società come il Brindisi che ora stanno disputando i play off.  Alcuni degli indagati hanno giocato anche sulla serie A cinese e indovinato set per set le partite di tennis in Quatar. Abbiamo riscontrato delle possibili mire espansionistiche anche sulla serie B, ma al momento non ne abbiamo individuato il preciso contatto. In questi casi la quota dell’offerta saliva da 40-50mila euro a 100-150mila euro. Altri indagati hanno ricevuto l’avviso di garanzia e le indagini sono ancora aperte”.

Tutto è partito da una indagine su un capo bastone della ‘nrangheta, Pietro Iannazzo che aveva interessi sulla squadra di calcio Neapolis e, seguendo lui, gli investigatori dello Sco e della squadra mobile di Catanzaro, hanno scoperto questo grande giro nazionale ed internazionale sui campionati di calcio italiano dilettanti e Lega Pro con scommesse milionarie su partite truccate con l a complicità di giocatori, allenatori, presidenti e “magazzinieri” che si vendevano per migliaia di euro per decidere chi doveva vincere e chi doveva perdere. Uno dei personaggi chiave di quest’ultimo scandalo del calcio italiano è Fabio Di Lauro che, secondo gli investigatori è “il rappresentante unico in Italia” dei “signori delle scommesse” nazionali ed internazionali, che investivano ed incassavano milioni di euro che transitavano attraverso banche turche, serbe, cinesi ed italiane.

Sospetti anche sul alcune partite di serie B ma come ha spiegato  il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, incontrando i giornalisti per illustrare i dettagli dell’operazione: ” I componenti dell’organizzazione collegata con l’estero e dedita al calcio scommesse sgominata stamane dalla polizia, “tramavano per estendere le combine al campionato di serie B e a gare più importanti. Ma la Dda non ha elementi per dire se la combine sia andata a buon fine”.

Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta sul calcioscommesse: “Un’inchiesta per disinquinare il mondo del calcio”.

I nomi dei 50 fermati

CICCARONE Antonio (Direttore Sportivo del Neapolis); MOXEDANO Mario (Presidente del Neapolis); MOLINO Francesco (Direttore Sportivo del Comprensorio Montalto Uffugo); PALERMO Antonio  (Dirigente del Comprensorio Montalto Uffugo); MOXEDANO Raffaele  (figlio di Mario e calciatore del Neapolis); IZZO Pasquale Calciatore della Puteolana); MARZOCCHI Emanuele (Calciatore della Puteolana);ASTARITA Salvatore (ex calciatore dell’Akragas); DALENO Savino (ex calciatore e consulente di mercato del Brindisi); FLORA Antonio (Presidente del Brindisi); FLORA Giorgio (Vice Presidente del Brindisi); MORISCO Vito(Direttore Generale del Brindisi); DI NICOLA Ercole (Direttore Sportivo de L’Aquila); NUCIFORA Vincenzo (ex Direttore Sportivo della Torres); DI LAURO Fabio (ex calciatore e imprenditore); BRDANIN Aleksander(finanziatore dicombines); MILOSAVLJEVIC Uros (finanziatore dicombines);JOVICIC Milan (finanziatore dicombines); CIARDI Daniele (magazziniere del Santarcangelo  calcio); MALVISI Enrico (Imprenditore, scommettitore);GUIDONE Marco (calciatore Santarcangelo); OBENG Francis (calciatore Santarcangelo); TRAORE’ Mohamed Lamine (calciatore Santarcangelo);RIDOLFI Giacomo (calciatore Santarcangelo); ULIZIO Mauro (ex Direttore Generale del Monza calcio ed ex socio, occulto, e Direttore Generale “di fatto” del Pro Patria); CARLUCCIO Massimiliano (socio occulto e dirigente “di fatto” del Pro Patria); SOLAZZO Marcello (uomo di fiducia di CARLUCCIO Massimiliano); ULIZIO Andrea (figlio di Mauro, calciatore del San Marino ed ex del Pro Patria); TIMOSENCO Ala (legata a  Fabio DI LAURO e intermediaria/traduttrice con i serbi); ARUCI Erikson (collaboratore di Fabio DI LAURO e legato ad  Andrea ULIZIO); GEROLINO Adolfo (ex calciatore del Pro Patria); MELILLO Vincenzo (calciatore del Pro Patria); TOSI Marco (ex allenatore del Pro Patria); BENINI Stefano (uomo di fiducia di CARLUCCIO);SCARNA’ Alberto (Sovrintendente della Polizia di Stato e uomo di fiducia di Fabio DI LAURO); PAGNIELLO Maurizio Antonio detto “Morris” (ex calciatore, ex Presidente del Trento 1921); DAN Ioana Delia detta “Bianca”(interprete al servizio di ULIZIO Mauro); PIETANZA Raffaele (uomo di fiducia di CARLUCCIO e SOLAZZO); DE PALMA Diego (imprenditore, co-finanziatore dicombines  e uomo di fiducia di Fabio DI LAURO); POGGI Raffaele (co-finanziatore dicombines; uomo di fiducia di Enrico MALVISI);NERJAKU Edmond (imprenditore, finanziatore di combines e scommettitore);CALIFANO Gianni (Direttore Sportivo del Monza); CALIFANO Bruno (padre di CALIFANO Gianni); CENNI Massimo, CORDA Ninni (Allenatore del Barletta calcio); MAGLIA Fabrizio(Direttore Sportivo della Vigor Lamezia); BELLINI Felice (ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia); FARRUGIA Robert (finanziatore di combines); FARRUGIA Adrian(finanziatore di combines); LA FERLA Sebastiano (uomo di fiducia di BELLINI Felice).

PARLA CAPITANI: NULLA DA TEMERE. «Ho ricevuto un avviso di garanzia rispetto all’inchiesta su illecito sportivo ma sul piano personale non ho assolutamente nulla da temere perché nulla ho fatto. Sono nello stesso modo convinto dell’integrità del nostro ex tecnico, Massimo Costantino, sul quale metto la mano sul fuoco», lo ha detto il presidente della Torres, Domenico Capitani, in merito all’inchiesta sul calcio scommesse della Procura di Catanzaro. «Per quanto riguarda l’ex direttore, Enzo Nucifora – continuaCapitani – confido che le sua situazione venga chiarita al più presto e non ho motivi di pensare che possa in alcun modo aver determinato i risultati delle tre partite già oggetto di indagini della Procura federale e per le quali la Torres era stata già ascoltata a tempo debito». Capitani ha poi analizzato le partite finite sotto la lente d’ingrandimento della magistratura. «Parliamo della gara vinta in casa 4-0 con la Pro Patria, della sconfitta per 3-0 contro il Monza e di una gara di Coppa Italia contro il Pisa per la quale lo staff tecnico aveva deciso, per motivi legati alla distanza del ritiro, di far giocare molti ragazzi della Berretti arrivati dalla Sardegna – aggiunge Capitani – in quest’ultima occasione tutti sapevano di questa circostanza e d’altronde era già successo l’anno prima, contro il Frosinone, quando perdemmo 5-1 con la squadra di ragazzi. E in estate, ancora in Coppa Italia abbiamo affrontato e vinto con l’Aversa Normanna in versione Juniores. Una scelta, quella di far giocare i giovani, legata spesso alle distanze e all’esborso di spese rappresentate per noi dalla Coppa. I risultati spesso sono scontati ma, forse, certe gare non è nemmeno il caso di quotarle. Ribadisco – conclude Capitani – che non c’è alcuna preoccupazione da parte mia legata a comportamenti illeciti dei tesserati della Sef Torres e auspico che tutto venga chiarito nelle sedi opportune».