Vent’anni fa l’omicidio di Don Cesare Boschin, un caso mai risolto

28/03/2015 di
don_cesare_boschin

don_cesare_boschinUn caso rimasto irrisolto e, almeno per molti, dimenticato. Sono passati vent’anni dalla morte misteriosa di Don Cesare Boschin. Domenica 29 marzo alle 17,30, in occasione del ventesimo anniversario dell’omicidio, alcuni attivisti del Meetup “5 Stelle Latina in MoVimento”  si recheranno a deporre un cuscino e a condividere un momento di riflessione e di preghiera sulla targa commemorativa posta sul monumento nella piazza al centro di Borgo Montello, davanti al campo sportivo.

“In questo momento – scrivono i militanti – in cui si parla di mafia capitale e si acquisisce consapevolezza della presenza della criminalità organizzata nel nostro territorio, ricordare chi ha dato la vita nell’interesse della collettività, assume un significato particolare. Grazie a chi vorrà partecipare. Per non dimenticare il sacrificio di don Boschin e di tutti coloro che hanno perso la salute e la vita a causa della discarica. E per dimostrare che ci sono persone determinate a fare piena luce su tutti i delitti perpetrati all’ombra della discarica e a far si che cessino i soprusi e vengano ripristinate verità e giustizia”.

IL DELITTO BOSCHIN. Don Cesare Boschin era sul letto, con un cerotto che gli chiudeva la bocca, la faccia e il corpo pieno di lividi, la tonaca indossata, legato mani e piedi con una corda che gli passava anche attorno al collo. Ecco la tragica fine di un prete, parroco di un borgo, avamposto di grandi interessi come la discarica di Montello. Era la mattina del 30 marzo 1995 quando la macabra scena apparve sotto gli occhi della perpetua. Gli inquirenti stabilirono che il decesso fu provocato da una cruente aggressione avvenuta all’interno del suo appartamento (l’autopsia stabilì che il parroco rimase soffocato da una protesi dentaria staccasi per via delle percosse). Ma chi lo ridusse in quello stato? E perché? Gli interrogativi non furono mai sciolti. O meglio, la risposta restò soltanto nel limbo dei sospetti che alla fine finirono per gettare ombre sull’onorabilità della vittima. L’omicidio di don Cesare Boschin, da decenni parroco di Borgo Montello, fu associato agli ambienti gay e a scopo di rapina. In pratica qualcuno in cerca di soldi sarebbe stato ricevuto – la sera del 29 marzo – da don Cesare per un incontro proibito. Poi qualcosa sarebbe andato storto, dunque le botte, la morte per soffocamento della dentiera e la messa in scena dell’incaprettamento. Mentre i soldi, presumibile movente dei balordi, rimasero al loro posto: 800.000 lire nella  tasca di don Cesare e cinque milioni in un cassetto della canonica. Sparirono invece due agende nelle quali il vecchio parroco annotava ogni dettaglio della sua vita e quella che scorreva nel borgo, tutt’altro che tranquilla. Elementi che mai sono stati chiariti. Recentemente in più di un’occasione è stata chiesta, inutilmente, la riapertura delle indagini.

  1. Onore a te don Cesare, martire mai proclamato dagli uomini. Sarai certamente nella gloria di Dio. Ucciso perché scomodo come Gesù Cristo, infamato e calunniato come Lui. In questa Santa Pasqua ti ricorderemo nelle nostre preghiere e tu prega per noi e per questa terra pontina che hai tentato di difendere fino alla morte. Non avrai di certo giustizia umana, ma non ne hai bisogno ora che sei nella Verità+