Tar, corsa disperata (in ritardo) per salvare la sede di Latina

26/02/2015 di
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«Ho inviato una lettera al ministro della giustizia Orlando per scongiurare la soppressione della sede distaccata del Tar di Latina a partire dal primo luglio 2015. Una scelta scellerata e priva di ogni fondamento che comporterebbe solo disagi e, cosa peggiore, l’allontanamento di servizi fondamentali e della giustizia dai territori e dai cittadini. In queste ore si sta predisponendo il Piano di riorganizzazione della giustizia che deve recare misure di ammodernamento e razionalizzazione della spesa, tenendo conto della collocazione geografica, così come della mole di lavoro e dell’organizzazione dei servizi giudiziari. Purtroppo in questo Paese stiamo subendo gli effetti di una distorta interpretazioni della spending review». Lo dichiara in una nota il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Lazio, Claudio Fazzone. Una battaglia, quella per la difesa del Tar, quantomeno a scoppio ritardato visto che ormai la questione sembra archiviata dal Governo.

«Anziché contenere la spesa ed eliminare gli sprechi si procede con tagli indiscriminati producendo di fatto risparmi economici irrisori. Inoltre il mantenimento della sede distaccata del Tar di Latina non comporta
spese visto che i locali sono di proprietà del demanio, il personale non ha subito implementazioni e il Comune di Latina si è fatto carico delle spese di cancelleria e delle utenze. La nostra non è una battaglia legata a sterili campanilismi ma radicata nella esigenza di dare risposte ai cittadini – aggiunge – La nascita della sede distaccata del Tar di Latina e Frosinone risponde ad una particolarità ben precisa che sta nella mole di lavoro derivante non solo del contenzioso amministrativo di Regione, Province, Comuni e di tutti gli altri Enti derivati ma anche quello che origina dai Ministeri dato che il foro competente è Roma. Basta pensare che la sezione del Tar di Latina nel 2014 ha svolto un ruolo fondamentale di decongestionamento della sede centrale di Roma che ha costi di gestione altissimi ed oltre 85mila ricorsi pendenti. Questo significa che la sua soppressione comporterebbe un ulteriore aggravio di lavoro per il Tar del Lazio che già oggi non riesce ad evadere le pratiche in giacenza. Inoltre il Tar di Latina serve un territorio, quello di Latina e Frosinone, che conta su una popolazione di oltre un milione di abitanti che si raddoppia, quasi, durante la stagione estiva data la vocazione turistica di queste province. Le sedi distaccate costituiscono un fondamentale presidio di legalità nei confronti delle attività delle pubbliche amministrazioni ed assorbono una parte rilevante del contenzioso, con risultati egregi sul piano di smaltimento dell’arretrato. Latina, ad esempio, ha ridotto i fascicoli pendenti da 7.787 a 4.280. La sede distaccata di Latina in questi anni ha dimostrato di poter rispondere velocemente alle esigenze dell’utenza e delle amministrazioni interessate con la trattazione e la definizione delle questioni di maggiore urgenza e rilievo pubblico. Va inoltre
considerato che la sede distaccata serve un territorio particolarmente disagevole ed eterogeneo sul piano logistico e dei collegamenti. Ciò vale per il personale, i cui funzionari ed i cui legali interni devono sommare alle ore di servizio necessarie per lo svolgimento delle attività giudiziarie in sé quelle necessarie al raggiungimento della sede, così come per i cittadini che ricadono nell’ambito territoriale di competenza del Tar di Latina: raggiungere la sede centrale, ubicata nel cuore della Capitale, per gli abitanti di alcuni comuni può comportare viaggi particolarmente estenuanti della durata di molte ore. Per queste ragioni, perché giustizia, legalità e sicurezza sociale sono elementi su cui non si può risparmiare ma al contrario, si deve investire ho chiesto al ministro Orlando di non procedere alla soppressione della sezione del Tar di Latina». 

LA BATTAGLIA DI PESCARA. «Il ministro Boschi si è impegnato a considerare le nostre ragioni in sede di una decisione attesa per il 28 febbraio»: così riferisce il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, al termine di una serie di incontri volti a scongiurare la soppressione del Tar sezione distaccata di Pescara. E anche la sede di Latina spera di essere salvata insieme a Pescara e Parma.  «Dopo aver incontrato sulla questione il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini – riferisce il sindaco di Pescara, Alessandrini – mi sono recato in Senato dove, insieme alla senatrice Ncd Federica Chiavaroli, abbiamo posto al ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, l’inopportunità di procedere alla soppressione del presidio pescarese di giustizia amministrativa».

Il 28 febbraio prossimo è il termine entro il quale il Governo deve presentare al Parlamento la Relazione sulla riorganizzazione dei Tar, sentito il Consiglio della Giustizia Amministrativa. Il termine iniziale era il 31 dicembre 2014, scadenza che però il Governo non ha rispettato. Tale relazione è indispensabile per evitare la soppressione automatica della sezione staccata dei Tar di Pescara, Parma e Latina. L’iniziativa del sindaco Alessandrini fa seguito ad attività istituzionali formalizzate agli inizi di luglio 2014 con il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso.

«Il mantenimento della sede – afferma il primo cittadino di Pescara – è un vantaggio per la comunità e tutti coloro che hanno responsabilità politica sono impegnati a scongiurarne la soppressione, non in ragione di sterili campanilismi, ma alla luce di dati concreti e studi scientifici compiuti dall’Università d’Annunzio circa la collocazione geografica, il carico di lavoro e l’organizzazione degli uffici pescaresi, che abbiamo sottoposto al ministro e che sono proprio nel senso dell’efficienza del Tar Pescara la cui eventuale soppressione determinerebbe solo un aumento dei costi e dei sacrifici per la collettività, senza apprezzabili vantaggi in termini di risparmi di spesa e di efficacia del servizio».

Per la salvezza della sede di Latina si sono attivati gli esponenti dell’ordine degli Avvocati ma anche il sindaco Giovanni Di Giorgi, per ora senza risultati concreti.

  1. Persone inutili che compiono interventi tardivi, inutili e velleitari, solo perchè qualche giornalino locale amplifichi e pubblicizzi le parole al vento.
    Fazzone e Digiorgi farebbero bene ad occuparsi di cose serie e più concrete, invece di pianificare le prossime mosse elettorali. Chissá perchè ma per certa gente un posto da occupare a sbafo della collettivitá ci deve essere sempre……
    USQUE TANDEM ???