Centrale nucleare di Latina, riunito il tavolo della trasparenza

21/02/2015 di
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centrale-nucleare-latina-47862w«L’intenzione è quella di garantire la maggiore trasparenza possibile sulle attività di decommissioning, aprendo addirittura le porte dell’impianto di Borgo Sabotino: è la prima volta che nel Lazio si aprono le porte di una centrale nucleare». Con queste parole, l’assessore alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente della Regione Lazio, Fabio Refrigeri, ha aperto i lavori della seconda seduta del Tavolo della trasparenza per la dismissione della centrale nucleare di Latina, a Borgo Sabotino, dismissione messa in atto e curata sotto ogni aspetto dalla società pubblica Sogin.

«La Regione Lazio ha convocato il Tavolo odierno presso l’ex impianto nucleare, permettendo, grazie a Sogin, di far toccare con mano ad enti locali e associazioni le strutture in via di dismissione – ha aggiunto – Il tavolo si è svolto nel cuore della centrale, ovvero nella sala comandi, perfettamente conservata e mantenuta». Al cospetto di una folta platea, Severino Alfieri, direttore Decommissioning Impianti Centro-Sud di Sogin, ha illustrato tutte le attività di dismissione, mentre il direttore della Divisione Regolatorio, Ivo Velletrani, ha messo in evidenza il puntuale piano di comunicazione previsto, fulcro determinante per l’attività d’informazione resa al Tavolo e, quindi, ai cittadini.

A ottobre 2011 è stato emesso il decreto di Compatibilità Ambientale (Via) per il decommissioning della centrale, a firma congiunta dei Ministeri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dei Beni e le Attività Culturali. Tale Decreto ha previsto, con tre specifiche prescrizioni, da parte di Sogin anche un monitoraggio ambientale convenzionale, accanto al preesistente monitoraggio radiologico. Sogin, dunque, ha pianificato e integrato la preesistente rete per attuare il programma di monitoraggio convenzionale. Allo stesso tempo, Sogin ha avviato la campagna di caratterizzazione del territorio nell’autunno 2013. Queste prime analisi hanno evidenziato su tre campioni di acqua di falda superficiale valori anomali della concentrazione di cloruro di vinile. Ciò è stato comunicato immediatamente alle Autorità e agli Enti competenti (Ispra, Arpa Lazio, Regione Lazio, Provincia e Comune di Latina) e, il 2 agosto, è stata diffusa una nota stampa. Da parte sua, Sogin ha attivato fin da subito un rigoroso processo di verifiche su cause e dimensioni dell’evento. I valori rilevati non sono riferibili alle attività di decommissioning, in quanto sono stati riscontrati analiti estranei al ciclo produttivo della centrale nucleare. Al momento, la Società sta procedendo con ulteriori indagini ed analisi, anche a monte della centrale, come previsto dal piano di caratterizzazione approvato nella Conferenza dei Servizi nel marzo 2014. In ogni caso, i risultati delle indagini eseguite non evidenziano rischi per i lavoratori e la popolazione. Gli esiti di tali analisi sono state trasmessi agli Enti preposti e sono in attesa di validazione. 

Durante l’esecuzione delle indagini di caratterizzazione è stata rilevata, in tre aree distinte del sito, la presenza nel sottosuolo di materiale di origine antropica. In linea con la normativa vigente, tali materiali saranno oggetto di uno specifico piano di rimozione e smaltimento. Per la centrale di Latina, i piani prevedono la conclusione della prima fase del decommissioning fra il 2023 e il 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali 50 metri a 30. Tale intervallo di quattro anni risponde alla necessità di rappresentare l’alea legata alla natura prototipale di molte attività di decommissioning, con la data centrale più probabile come anno di fine dei lavori. La seconda e ultima fase del decommissioning, che riguarda lo smantellamento del reattore, sarà avviata e portata a termine, con il raggiungimento dello stato di green field, solo a valle della disponibilità del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. 

  1. Tanto lo sappiamo tutti che il sito di Latina è il principale candidato per la realizzazione del deposito nazionale: siamo già la pattumiera d’Italia, quindi un po’ di rifiuti in più che fanno? Non serve trasportare da altre parti quelli prodotti in loco dallo smantellamento e siamo vicini alla centrale del Garigliano, da dove ci porteranno i rifiuti radioattivi prodotti li. Siamo vicini al mare, dove possono costruire un porto apposta per portare altri rifiuti radioattivi. Facciamo finta che non siamo zona sismica e neanche a rischio maremoto….
    E’ il sito perfetto!!!

  2. esatto Oppenaimer! Daranno qualche contentino economico (la chiamano compensazione) alla pubblica amministrazione “amministrata dai privati” e tutto andrà bene, fino a quando ci sarà bisogno di interventi di manutenzione straordinaria al sito, dove i soliti noti al governo stanzieranno milioni di euro forse miliardi per mettere in sicurezza il sito appaltandoli ad altri soliti noti.