Sermoneta e Sezze si preparano alla festa di San Giuseppe

13/03/2011 di
La prossima settimana in provincia di Latina si celebrerà la festività di San Giuseppe, tante le iniziative in cui il protettore dei falegnami verrà ricordato nei comuni di Sermoneta e Sezze.
Sermoneta commemora il suo santo patrono con cerimonie ricche di suggestione che si avranno nella notte a cavallo tra il 18 e 19 marzo in cui si organizza la tradizionale “Festa dei Fauni”.  A partire dalle 20 di venerdì 18, presso il belvedere, enormi falò verranno accesi al centro di ogni rione, in un’animata gara fra le varie contrade che vedrà vincitore il rione con il falò più alto e più bello. La gara andrà avanti per tutta la notte, mentre sulla brace s’arrostiranno salsicce, braciole ed altre specialità culinarie locali. Nel centro storico, sarà acceso il tradizionale faùno in onore al Santo, avrà inizio la “salsicciata” intorno al fuoco e saranno distribuite le tipiche “zeppole” di San Giuseppe. Gli spettatori potranno godere di momenti di intrattenimento musicale con complessi di genere vario che scalderanno ancor più l’atmosfera. Sabato 19 marzo si entrerà nel vivo dei riti religiosi: alle 18 sarà celebrata la messa in onore di S. Giuseppe presso la Cattedrale di Santa Maria e, a seguire, la processione con l’immagine del Patrono.
Anche a Sezze, dove l’antica tradizione dei fuochi sopravvive da molti secoli, i festeggiamenti per San Giuseppe assumeranno un tono notevole con la comunità setina che si riunirà venerdì 18 alle 18.30 attorno al falò allestiti in località Chiesa Nuova. In apertura di serata, alle 19.30, si terrà l’esibizione a suon di marce e coreografie del Gruppo Majorettes “Green Angels”. Alle 20 circa si ammirerà l’accensione del faone e, a seguire, ci si potrà deliziare con la distribuzione di penne all’arrabbiata, bruschetta e vino. La manifestazione, giunta alla sua XVII edizione, richiama l’attenzione dei visitatori e curiosi per valorizzare le suggestive usanze che raccontano le nostre tradizioni antiche.
La cerimonia dell’accensione die Faoni, simile in entrambe le località pontine, si anima di enfasi simbolica: il fuoco segna il passaggio dall’inverno alla primavera. Nell’antichità gli abitanti dei centri lepini erano soliti, con i rami tagliati dalla potatura, accendere grandi fuochi in onore delle divinità a cui chiedevano messi abbondanti. Oggi, l’accensione dei falò, costituito da“frasche” raccolte pochi giorni prima dei fuochi, nasce da esigenze pratiche di bruciare gli arbusti della potatura e il residuo del raccolto dei campi. In un mix tra tradizione antica e rituale agreste, i fauni sfavilleranno nella notte di San Giuseppe 2011 in molte piazze e campagne d’Italia e del resto d’Europa: enormi cataste di legna e rovi secchi vengono accesi affidando al fuoco l’abbondanza del raccolto, il benessere degli uomini e il compito di allontanare il male.