RU486: NEL LAZIO PRIMA SOMMINISTRAZIONE

08/06/2010 di

L’interruzione di gravidanza con pillola abortiva è una realtà anche nel Lazio. Giovedì la Ru486 sarà somministrata, per la prima volta nella regione, all’ospedale ‘Grassì di Ostia. Una decisione che prende in contropiede la Asp-Laziosanità, ancora intenta a preparare le linee guida sulle modalità di utilizzo del farmaco. Ma il gruppo di Sinistra e Libertà alla Regione Lazio va oltre e annuncia una mozione per chiedere alla Giunta e alla Polverini la sospensione del ricovero obbligatorio per le donne che richiederanno l’utilizzo della Ru486.

La donna che si sottoporrà al trattamento, attraverso un ricovero di tre giorni in ospedale, è una romana «non molto giovane» e ancora allo stadio iniziale della gravidanza. La richiesta della donna è stata accolta dopo una serie di analisi, accertamenti ed ecografie, grazie alle quali i medici hanno valutato «le condizioni di storia» della paziente ritenendo «per questo caso più appropriata la somministrazione del farmaco Ru486 rispetto all’intervento chirurgico». La donna sarà ricoverata per tre giorni nel pieno rispetto di quanto prevedono le linee guida del Ministero della Salute: prima assumerà il farmaco Ru486 e poi il Cytotec, quello cosiddetto «dell’espulsione», che concluderà il trattamento. Al momento, hanno fatto sapere dal Grassi, sono tre le richieste di somministrazione della Ru486 pervenute all’ospedale. Ma negli ambienti di Laziosanità-Asp c’è chi rimane spiazzato.

«Ci sorprende – dicono alla Asp – non c’è ancora un prontuario terapeutico ospedaliero regionale, probabilmente si tratterà di una prescrizione personalizzata». Pronta la replica del Grassi: «È specifica per quel particolare paziente», risponde il direttore generale dello stesso ospedale e della Asl di Roma D, Giusy Gabriele. Dalla Asp hanno comunque fatto sapere che a breve sarà pronto un documento con le linee guida per la somministrazione della Ru486, quasi sicuramente in totale accordo con le linee del ministero. Ma nel Lazio la sorpresa potrebbe arrivare da una mozione annunciata dal Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla Regione, che chiede «l’impegno della Giunta e del Presidente Polverini a garantire la somministrazione omogenea della Ru486 in tutte le Asl del Lazio e la sospensione del ricovero obbligatorio per le donne che ne richiederanno l’utilizzo». «Il ricovero obbligatorio per chi assume la Ru486 è frutto di una scelta ideologica – sostiene il consigliere regionale di ‘S&L’, Luigi Nieri – Inoltre nel momento in cui si procede al taglio dei posti letto e al processo di deospedalizzazione, si decide di procedere con un ricovero sbagliato che aumenterebbe di 48.000 i giorni di degenza».