Web, a rischio i teenager che navigano oltre 3 ore al giorno

09/05/2013 di

Internet come uno Tsunami nella vita degli adolescenti. I ragazzi che navigano più di 3 ore al
giorno, infatti, hanno stili di vita di gran lunga peggiori rispetto ai loro coetanei: mangiano peggio,
bevono e fumano di più e leggono meno. Il dato emerge dall’Osservatorio della Società italiana di
pediatria (Sip) su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani”, che indaga annualmente su un
campione nazionale di 2.000 adolescenti che frequentano la terza media (12-14 anni).

A tracciare un quadro tutt’altro che tranquillizzante circa le conseguenze che un uso eccessivo della rete può
determinare sui più giovani, sono gli esperti in occasione del 69/mo Congresso nazionale Sip apertosi a
Bologna. Gli adolescenti che navigano su Internet per più di 3 ore al giorno (21,3% del totale) hanno infatti
abitudini alimentari peggiori, sono più inclini al rischio, fumano e bevono di più, hanno un rendimento
scolastico inferiore e comportamenti sessuali più ‘adultizzatì. I numeri lo dimostrano: se, ad esempio, va
bene a scuola il 52,6% del campione di teen-ager considerato, la percentuale scende al 36,5% tra i
ragazzi che navigano in rete più di 3 ore al dì. Ancora: dichiara di fare «cose rischiose» il 24% del
campione, ma la cifra sale al 40% tra gli ‘over 3 ore in retè; così, se nel campione generale fuma il 32%, si
è ubriacato il 16% e non fa sport il 17%, tali percentuali salgono rispettivamente al 52%, 31% e 30% tra i
giovani che stanno più di 3 ore in rete, passati dall’8,6% nel 2008 al 21,3% nel 2012. Per non parlare di
Facebook, pressochè inesistente tra gli adolescenti nel 2008 e sul quale oggi ha un proprio profilo circa
l’80%. Ma c’è un altro dato che preoccupa: «La fruizione sempre più massiccia di Internet e, quindi, la
sempre maggiore conoscenza dello strumento – commenta Maurizio Tucci, curatore delle indagini SIP e
Presidente della Associazione Laboratorio Adolescenza – invece di indurre i giovani ad atteggiamenti più
prudenti, li spinge a essere sempre più trasgressivi». Qualche esempio? Tra i ragazzi che usano di più la
rete, il 27% ha messo in rete proprie foto osè (contro l’11% del campione generale), il 25% ha dato il
proprio numero di telefono ad uno sconosciuto (contro il 16%), il 15% ha fatto sesso virtuale con
sconosciuti (contro il 5%) e il 21% si è incontrato con persone contattate in rete (contro il 12%).
«Non si tratta comunque – spiega Federico Tonioni, responsabile del Centro per le Dipendenze da
Internet del Policlinico Gemelli di Roma – di situazioni patologiche. Il problema nasce però quando la vita
in Rete non è più in funzione della vita reale ma diventa una realtà esclusiva.
Presso la nostra struttura arrivano ragazzi con segni iniziali di ritiro sociale, fino al raggiungimento di
forme estreme caratterizzate da abbandono scolastico e tendenza a trascorrere online tutto il tempo a
disposizione». A questo si aggiunge che i grandi fruitori di Internet trascorrono anche più di tre ore al
giorno davanti alla TV (17,3 contro 29,3%), il che ne fa veri e propri ‘videodipendentì. Da qui il consiglio
degli esperti: «I genitori devono porre limiti a certi comportamenti, perchè questo significa essere
presenti e aiuta i figli a riconoscere i propri confini. Soprattutto in adolescenza – conclude Tonioni – il
conflitto rappresenta una delle forme più autentiche di comunicazione tra genitori e figli, mentre
l’alternativa potenzialmente più dannosa è proprio la compiacenza».