Pubblicità, internet batterà la tv

04/10/2012 di

Quest’anno la spesa totale tra pubblicità e consumi nel segmento internet supererà quella televisiva. È
quanto emerge dal rapporto Pwc «E&M outlook in Italy 2012-2016» presentato a Milano, che descrive i
trend relativi a 12 segmenti del mercato dei media e dell’intrattenimento in Italia.

«La vera scommessa – spiega Andrea Somaja, entertainment & media leader Italia di Pwc – sarà
cambiare i modelli di funzionamento di aziende che hanno vissuto per più di 30 anni in un settore
caratterizzato da dinamiche evolutive, ma che non ha mai vissuto una discontinuità come quella attuale.
Riuscire in questo è necessario per rimanere in partita: puntare sull’innovazione, saperla gestire e
monetizzare, rimane l’unica via per uscire vincenti da questo difficilissimo momento».

L’industria dei media e dell’intrattenimento segnerà un tasso di crescita annuale composto del 3,5% nel
periodo tra il 2012 e il 2016, per un valore complessivo tra cinque anni di circa 60,8 miliardi contro i 51,3
miliardi del 2011. Internet sarà il segmento che crescerà più rapidamente nei prossimi cinque anni con
una crescita media dell’8,5% e che, nelle previsioni di Pwc, riuscirà a sopravanzare il settore televisivo
(nel 2012 9,2 miliardi per internet, mentre la tv si fermerà a 8,9 miliardi).

Il settore del gaming è quello che ha registrato la crescita maggiore negli ultimi cinque anni e che
registrerà un tasso medio ponderato di crescita del 4,5% annuale fino al 2016.
«Lo sviluppo di modelli di funzionamento aziendali – dice Samaja – che permettano di sfruttare a pieno
le potenzialità offerte dai nuovi mercati digitali passa, sul fronte organizzativo, attraverso l’integrazione di
competenze innovative e talenti con le strutture del business tradizionale».

I due principali trend che caratterizzeranno questo mercato saranno la migrazione verso le tecnologie
digitali e lo spostamento degli investimenti dal mercato della stampa verso altri segmenti, con un valore
complessivo del segmento del ‘publishing’ nel 2016 inferiore a quello del 2011.