Redditi online, sindaci d’accordo ma con cautela

02/09/2011 di

Comuni «controllori» sull’evasione fiscale dei loro cittadini? Perchè no, dicono i sindaci in un coro bipartisan da Nord a Sud, pur con qualche distinguo. E cioè: rispettare i diritti dei cittadini e comunque non se si tratta di pura «delazione» o di uno slogan senza concretezza. A rompere il ghiaccio con questa nuova funzione delle amministrazioni comunali – prevista da un emendamento alla manovra presentato oggi dal ministro dell’economia Giulio Tremonti – era stato ieri il primo cittadino di Firenze, Matteo Renzi (Pd): «se il Governo vuole una mano dai Comuni sulla lotta all’evasione, in tutte le forme possibili e lecite noi ci stiamo», ma «basta slogan». Quello dell’evasione fiscale, aveva aggiunto Renzi, è «uno dei veri temi» e i Comuni «possono fare un buon lavoro: basti pensare a incrociare le utenze del gas, dell’acqua, dei rifiuti con le dichiarazioni dei redditi».

Oggi la misura si concretizza e i sindaci si sbilanciano ancor più. A cominciare da quello di Roma, Gianni Alemanno (Pdl): la pubblicazione da parte dei Comuni della dichiarazione dei redditi, dice, «‚ uno strumento al quale sono senz’altro favorevole: bisogna andare avanti su questa strada e tirare fuori altri strumenti ancora pi— incisivi, perch‚ dobbiamo fare in modo che non ci siano italiani che non pagano le tasse e un’altra parte che le paga». Favorevole anche il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris (Idv), che reputa questa misura «una battaglia di democrazia, di giustizia, di legalità. È giusto, precisa, «che questa operazione utilizzi la nuova tecnologia informatica, sempre però garantendo i diritti dei cittadini visto che la dichiarazione dei redditi Š materiale delicato e sensibile». «La battaglia all’evasione fiscale, anche per il Comune di Napoli, rappresenta una priorità» assicura, e per dimostrarlo spiega che la sua amministrazione ha «promosso una task force preposta proprio a questo scopo».

Dello stesso parere il primo cittadino di Livorno, Alessandro Cosimi (Pd): «se gli elementi per una maturazione di una diversa coscienza rispetto alle tasse devono passare attraverso una pubblicazione, io che non faccio il sindaco di mestiere ma il medico professionista, penso che sia corretto per tutte le categorie». È d’accordo il sindaco di Bari, Michele Emiliano, pur ammettendo che «è una violazione della privacy piuttosto rilevante e anche abbastanza rischiosa per i redditi più elevati». Ma potrebbe «servire a cambiare la coscienza fiscale dei cittadini».

Il distinguo più forte giunge proprio dal leader dei sindaci, il presidente facente funzioni dell’Anci Osvaldo Napoli: no alla pubblicazione dei redditi online da parte dei Comuni «se si tratta di fare i delatori», visto che «questo è un paese che vive sulla delazione, anche con le lettere anonime». «Ma se invece – argomenta – questa pubblicazione viene fatta in maniera seria, con i Comuni che abbiano dei dati effettivi che possono incrociare con l’Ufficio delle Entrate, allora questo Š un discorso che si può fare».