Yara, frase nascosta su Wikipedia: indagini della polizia

03/03/2011 di

In attesa degli esami scientifici in corso all’Istituto di Medicina legale di Milano, gli investigatori che indagano sull’omicidio di Yara Gambirasio, il cui corpo è stato trovato sabato scorso in un campo nel bergamasco, stanno approfondendo alcuni episodi che hanno per protagonista internet.

La Polizia postale di Bergamo, infatti, sta compiendo accertamenti su una frase criptica nascosta in una pagina di Wikipedia, l’enciclopedia ‘apertà del web, e sulle affermazioni fatte da una utente di Facebook, oltre che su alcuni gruppi nati dopo la scomparsa di Yara, avvenuta il 26 novembre scorso a Brembate Sopra (Bergamo). L’indagine è stata confermata oggi dopo la pubblicazione di un articolo apparso su ‘La Gazzetta del Sud onlinè. Al vaglio degli inquirenti c’è la denuncia di un cittadino reggino, Nicola P. che leggendo la trama di un film, ‘Vesna va velocè, su Wikipedia, ha scoperto delle parole apparentemente senza senso all’interno del testo e mettendole insieme ne è uscita la frase «so dove si trova il corpo di Yara contattate il numero 345…». Al momento gli inquirenti non hanno precisato se considerano l’episodio l’elaborazione di un mitomane o una pista inquietante. Di certo è che non lo stanno scartando a priori e che se saranno trovati degli elementi sospetti, il caso finirà nelle mani degli esperti web della Polizia postale di Roma o Milano, particolarmente ferrati in queste ricerche. Intanto il file relativo a quella pagina, pubblicato il 9 febbraio scorso, 17 giorni prima del ritrovamento di Yara a Chignolo d’Isola (Bergamo), è stato rimosso da internet su provvedimento dell’autorità giudiziaria.

«È stata una cosa del tutto casuale – racconta Nicola P., che fa lo psicologo – stavo cercando su Google il significato di un nome per mia figlia, Vesna, appunto, e mi sono comparsi due link, il secondo dei quali era alla pagina di Wikipedia. Leggendo il testo ho trovato queste parole che sembravano dei refusi ma quando è apparsa anche la parola Yara mi sono insospettito, li ho messi insieme ed è venuta fuori una frase. A quel punto ho avvisato la polizia».

La pagina che contiene la frase nascosta è all’interno del capitolo che tratta la trama del film, una pellicola del 1996, diretta da Carlo Mazzacurati, che narra la storia di una ragazza straniera, Vesna appunto, che per un amore sbagliato alla fine si uccide. Il nome Vesna, di origine croata, ha tra l’altro un’attinenza con quello di Yara in quanto entrambi significherebbero ‘primaverà.

La Procura di Bergamo sentirà anche la persona che su Facebook si è registrata come Marta Casile, affermando sul suo profilo, in un post inviato il 28 febbraio, di essere un’amica di Yara e di avere paura per la presenza di un possibile assassino fra i giovani che frequentano Brembate Sopra. Anche questo messaggio è stato riportato da alcuni quotidiani ed era già al vaglio degli investigatori che fin dall’inizio dell’indagine non hanno mai smesso di monitorare il web tenendo d’occhio soprattutto i vari gruppi spontanei nati per sostenere la famiglia di Yara o le sue ricerche.

Sul fronte delle indagini non virtuali, ma sul campo, la giornata di oggi è stata caratterizzata da un nuovo sopralluogo effettuato nell’area incolta di Chignolo d’Isola (Bergamo) in cui sono stati trovati i resti di Yara. Gli esperti della Scientifica e dello Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato, guidati dalla anatomopatologa Cristina Cattaneo (che ha eseguito l’autopsia di Yara), hanno prelevato del terriccio e scattato foto alla vegetazione, principalmente sterpi ed erbacce, che si trova nel punto esatto del ritrovamento del cadavere. Secondo alcune indiscrezioni gli esperti cercavano tracce vegetali anche nel terriccio per poter comparare eventuali particelle simili trovate sul corpo di Yara nell’ipotesi che l’ambiente circostante il luogo dell’omicidio possa essere stato diverso da quello del ritrovamento dei resti. L’accertamento è stato compiuto su un fazzoletto di terra che prima era stato isolato ma che negli ultimi due giorni era stato riaperto e meta di un costante pellegrinaggio di curiosi e giornalisti, che lo avevano calpestato in lungo e in largo.

LE PISTE – Complicato tracciare l’identikit dell’assassino in attesa, forse, di trovare il suo Dna sul corpo di Yara. Criminologi ed esperti tendono a parlare di «un uomo giovane, forse un padre di famiglia, che ha agito da solo». Un’eventualità, supportata dalla statistica, ma che lascia lascia aperta ogni possibilità. Potrebbe essere una lite tra adolescenti, potrebbe essere un ragazzo respinto, nulla può essere escluso. «Yara potrebbe essere uccisa a coltellate o strangolata, da un uomo o una donna, per ora è molto difficile stabilire se sia stata soffocata», spiega chi da giorni lavora sull’autopsia. Quanto alle indiscrezioni che emergono sui primi risultati dell’autopsia sono «verità giornalistiche che non hanno ancora certezze scientifiche. Da uomo di medicina uso prudenza e ancora non parlerei di coltellate. Ci sono alcuni segni più evidenti sul corpo della 13enne, ma bisogna ricordare che è in avanzato stato di decomposizione». Al momento «non si può escludere che a uccidere sia stata una mano femminile», mentre l’ipotesi del soffocamento «sembra più che prematura». L’unica verità su Yara è che «non ci sono segni evidenti di violenza, cosa che comunque non la esclude al 100%. Bisogna attendere gli esiti dei tamponi vaginali». Così come bisognerà analizzare il materiale trovato sotto le unghie della 13enne per cercare di estrarre il Dna dell’assassino. Insomma, un lavoro lungo, ma l’esperto resta ottimista: «stiamo lavorando, sarà lunga, ma Yara ci aiuterà a capire chi l’ha uccisa».