Yara, indagine senza certezze. Senza notizie ufficiali, spazio alle voci

02/03/2011 di

A tre giorni dal ritrovamento dei resti di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 ottobre scorso a Brembate Sopra (Bergamo) il cui cadavere è stato scoperto sabato scorso non lontano dal comune in cui viveva, non ci sono ancora certezze sulle cause della morte e sulla data in cui il suo corpo è stato abbandonato. Mentre la pista imboccata ormai con apparente decisione dagli inquirenti prevede molti profili per un solo colpevole.

Durante le lunghe indagini successive alla scomparsa della ragazzina, e prima del ritrovamento del suo corpo, il 26 febbraio, a Chignolo D’Isola (Bergamo), gli investigatori hanno sentito tantissime persone, oltre cento, spesso riconvocandole una seconda o terza volta. Questo ha permesso di acquisire molte decine di profili biologici, una rosa che ora dovrà inevitabilmente essere confrontata, se possibile, con le tracce lasciate nel campo del ritrovamento, o sul corpo di Yara, dal presunto assassino. La convinzione di alcuni investigatori, infatti, è che a uccidere la ragazza sia stata una persona sola, da lei conosciuta o sconosciuta non si sa.

Ma la grande speranza è che le tracce che potrebbero evidenziarsi nelle prossime ore dagli esami di laboratorio successivi all’autopsia, siano compatibili con qualcuno di quei profili acquisiti nei mesi precedenti. Tracce lasciate da persone informate sui fatti (ma che se ritenute d’interesse potrebbero aver mutato la loro posizione nei fascicoli della Procura), segni che in molti casi non potrebbero forse essere usati in tribunale come prova, ma che permetterebbero di individuare il colpevole: incastrarlo, poi, sarebbe solo una questione di tempo. Naturalmente, però, esiste anche la possibilità che nessuna delle tracce trovate sia significativa per le indagini, o che non vi sia un profilo compatibile. Questo significherebbe che l’assassino non è nella rosa già composta, e in tal caso sarebbe come tornare al punto di partenza.

Intanto, oggi, dopo le lesioni dovute a coltellate emerse ieri, sono trapelate altre indiscrezioni sulle risultanze autoptiche: la conferma che Yara non ha subito violenza sessuale (già presunta nelle prime ore del ritrovamento per via dell’ integrità dei capi intimi) e la presenza di segni compatibili con uno strangolamento, che si affiancano alle quattro lesioni non mortali trovate sulla schiena e a quella profonda al collo.

E di fronte al susseguirsi delle voci (dovute anche alla totale assenza d’informazioni sull’indagine) anche gli inquirenti hanno preso posizione precisando «una volta per tutte» che per avere certezze ci vorranno dei giorni. Fonti vicine alla procura della Repubblica di Bergamo, infatti, hanno confermato che il lavoro fatto finora, pur se importantissimo, non permette da solo di dare risposte certe e che quindi bisognerà attendere dei giorni anche per fare un punto della situazione con la stampa.