Tremonti: interventi per aumentare il Pil del 3%

03/02/2011 di

Ci sono troppi vincoli, da ‘medioevo burocraticò. Serve allora una
«scossa all’economia» partendo da una deregulation per la nascita e l’attività delle
imprese, un rilancio per gli interventi in casa propria e un nuovo intervento per il
Mezzogiorno utilizzando i fondi non ancora impiegati. Il tutto per un nuovo piano di
sviluppo che spinga il Pil del 3-4% in cinque anni (circa 60 miliardi). Ma senza fare
nuovo deficit. Come da sempre chiede il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
I tecnici sono al lavoro per la messa a punto degli interventi, delineati di nuovo
dal Premier, Silvio Berlusconi e dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti che si
sono confrontati sulle proprità delle misure da adottare poco prima che il presidente
del Consiglio annunciasse le linee dai microfoni del Tg1. Il varo è previsto per
martedì 8 febbraio quando verrà convocato il Cdm ad hoc che, dopo gli impegni di
Berlusconi a Bruxelles, valuterà l’intero pacchetto di misure.
Si tratta di provvedimenti già votati e discussi sui quali però si cerca ora di
stringere, accelerando in alcuni casi l’attuazione.

– SUD: Per lo sviluppo del Mezzogiorno, a novembre è stato varato un Piano nazionale
da 100 miliardi che concentra gli sforzi su otto priorità, dalle infrastrutture alla
ricerca, dalla sicurezza al sostegno alle imprese. Si parla anche di fiscalità di
vantaggio e zone a burocrazia zero. Ma sull’argomento ci potrebbero essere problemi
con la Commissione Ue. Si ragiona dunque della riduzione dell’Irap sul lavoro. Si
arriverebbe così alla defiscalizzazione per le imprese che investono a Sud. E sgravi,
come più volte detto dallo stesso Tremonti, potrebbero arrivare anche per i
risparmiatori che decidessero di investire nella Banca del Mezzogiorno. Un vecchio
cavallo di battaglia di Tremonti che a breve dovrebbe diventare operativo con
l’indicazione del presidente e dell’ad.

– PIANO CASA: È rimasto al ‘palò per l’opposizione di Comuni e Regioni tanto che lo
stesso premier spiegava: «non mi risulta che siano stati aperti cantieri perchè
Comuni, gli enti locali non hanno voluto rinunciare alle loro capacità di controllo».
Quindi «siamo fermissimi». Si punta invece a ‘ravvivarè la misura che consentirebbe
di ampliare le abitazioni, abbattere vecchi edifici, o aumentare del 33% cubatura. Il
tutto secondo il principio più volte enunciato ‘ognuno è libero in casa suà. Oltre ai
vantaggi per i singoli cittadini il piano aiuterebbe l’economia dando – secondo lo
stesso Berlusconi – una «sferzata» da 50 miliardi di euro. Per rilanciare il piano si
punterebbe ad una ricognizione puntuali con i governatori delle diverse regioni per
verificare lo stato di attuazione.

– LIBERTÀ IMPRESA: Si tratta di integrare l’articolo 41 della Costituzione per
rendere più facile la vita delle imprese e soprattutto la loro ‘nascità. La proposta,
contenuta in un Ddl costituzionale, aggiungerebbe all’attuale formulazione l’idea del
controllo pubblico ma ‘ex post’. Cioè lasciando libertà di impresa a patto che, ad un
successivo controllo, questa non collida con le regole.

– SERVIZI PUBBLICI LOCALI: C’è da completare la riforma già in parte attuata. Lo
conferma anche il premier che spiega: per i servizi pubblici locali si punta anche ad
un maggior coinvolgimento dei privati.