Calcio, Catania retrocede in Lega Pro a -5 punti

12/08/2015 di
antonino-pulvirenti

pulvirenti-catania-2015Il Catania tira un sospiro di sollievo o quasi. La retrocessione in Lega Pro con penalizzazione di 5 punti chiesta dal procuratore Figc Stefano Palazzi rende la caduta dalla Serie B più morbida e allontana lo spauracchio Serie D che, senza la «collaborazione fattiva» del patron Antonino Pulvirenti, si sarebbe palesato nelle richieste al Tribunale Federale Nazionale Figc, oggi convocato per discutere del coinvolgimento del club etneo nel Calcioscommesse.

«Esco definitivamente da questo mondo – dice Pulvirenti al termine del dibattimento – Ho messo tutto in mano a un avvocato, esco da proprietario del club. Richieste leggere? Ho collaborato sin dall’inizio. Evidentemente il procuratore Palazzi ha ritenuto questo atteggiamento congruo, ma io con questo chiudo col calcio». «La collaborazione è sempre rarissima e merita una particolare valutazione premiale, l’omertà è spezzata con questi elementi collaborativa», sottolinea lo stesso procuratore ai giudici chiamati a valutare le presunte combine dei match con Avellino, Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno che permisero ai rossazzurri di evitare la Lega Pro.

Ma, secondo indiscrezioni, l’attenuante concessa con l’articolo 24 (collaborazione fattiva) del nuovo Codice di Giustizia Sportiva dovrebbe essere negata dai giudici (il verbale di Pulvirenti è secretato), ora in camera di consiglio, nella sentenza che sarà emessa entro dopodomani. Si tratta, infatti, di una sorta di escamotage (se accolto, la sentenza non sarà impugnata dai legali di Pulvirenti), poiché il comma 3 dell’articolo 23 vieta il patteggiamento per gli illeciti. «Non è un vero e proprio patteggiamento – si giustifica all’uscita, Palazzi -, però vedremo il giudicante. La giurisprudenza farà luce anche sulla natura giuridica dei vari istituti». «Ho fatto i nomi di altri giocatori e situazioni che sono coperte da segreto, il procuratore deve fare ulteriori indagini», spiega Pulvirenti in merito alle sue ammissioni in Procura Figc.

«Il Catania sopravvive? Aspettiamo la sentenza – rileva -. Esce fuori da una situazione per colpa mia. A Catania non è semplice. Mi sono stati recapitati dei proiettili con delle minacce di morte a me e alla mia famiglia. Ho fatto un errore, dovevo essere più forte». È andata peggio all’ex ad Pablo Cosentino e al dirigente Piero Di Luzio per cui sono stati chiesti 5 anni di inibizione più preclusione, più altri 3 anni di inibizione e un’ammenda di 60mila euro ciascuno. Stralciata la posizione dell’agente dei calciatori Michele Arbotti, agli arresti domiciliari.

Ammessa invece al dibattimento, come portatrice di «interesse sussistente», la Virtus Entella, che ha perso il playout e che quindi dovrebbe essere riammessa in Serie B. «Questo è il più grande illecito nella storia mondiale del calcio, è una vera associazione a delinquere», tuona il legale dei liguri, Mattia Grassani. «Pulvirenti è il più grande collaboratore che la storia della giustizia sportiva ricordi – la replica di Eduardo Chiacchio, avvocato degli etnei -. Se non avesse ammesso davanti alle procure oggi forse non potremmo stare qui a giudicare il Catania. Senza collaborazione il Tribunale avrebbe potuto comminare una sanzione più grave?». La sentenza farà giurisprudenza, mentre domani andrà in scena il caso Savona-Teramo, e quelli di Torres, Vigor Lamezia e Brindisi: tutti a rischio retrocessione.