Diritto all’oblio, in un anno poche richieste dall’Italia

14/05/2015 di
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googleL’Italia non è un paese interessato alla reputazione digitale, a differenza di francesi, tedeschi e inglesi. Ad un anno dalla sentenza della Corte di Giustizia europea sul diritto all’oblio, è quanto si evince da un report aggiornato di Google.

Il colosso californiano, in totale, ha ricevuto oltre 250mila richieste di rimozione rifiutandone quasi il 60%. In tutto sono stati rimossi 320mila link. Tra i siti più colpiti, Facebook, con quasi 7mila link rimossi. Il 13 maggio 2014 la Corte di Giustizia Europea ha emanato la sentenza che ha cambiato la storia di internet: garantisce agli utenti europei il diritto a vedere cancellati sui motori di ricerca i link riferiti ad informazioni personali ritenute «inadeguate o non più rilevanti».

Pochi giorni dopo, il 30 maggio, l’azienda di Mountain View ha aperto alle richieste dei cittadini europei. «Ci siamo anche impegnati seriamente per dare ai nostri utenti più controllo sui dati che raccogliamo e stiamo ragionando su come rendere questi strumenti più semplici da trovare e da utilizzare. Aspettatevi altre novità», sottolinea un portavoce di Google.

Dati alla mano, le domande inoltrate dall’Italia sono state meno di 20mila, il colosso californiano ne ha respinte oltre il 70% ed è stato eliminato solo il 27.6% dei link. Nei paesi in zona Ue, sul fronte opposto, si trovano i francesi con oltre 50mila richieste di cui il 48% accolte. I tedeschi, invece, hanno inoltrato 43mila richieste e sono stati accontentati nel 48,9% dei casi. Dagli inglesi, infine, sono arrivate 32mila richieste che nel 37,6% dei casi hanno avuto una risposta positiva. In totale, tra i siti più colpiti dall’applicazione del diritto all’oblio, al primo posto c’è Facebook con 6.805 link rimossi. Tra gli altri social network, Google+ è al sesto posto con 2.856 e Twitter al nono con 2.572. I link cancellati ai video su YouTube sono poco meno di 4mila. Al di là dei numeri, la sentenza ha aperto un dibattito globale sulla competenza territoriale della rimozione dei link. «Il diritto all’oblio va limitato all’Unione Europea»: è la conclusione a cui è arrivato il comitato di esperti incaricato da Google di esaminare gli effetti della sentenza. Una indicazione in contrasto con le linee guida dei Garanti Privacy europei che chiedono invece una efficacia extra-Ue. Dunque, la discussione non è finita qui.